La paura avvinghia, rallenta, intimorisce e addirittura, a volte, frena il cammino della vita di una persona. E' la paura del bambino che piange fino a quando non si sente protetto nelle braccia della mamma; la paura del preadolescente di non sentirsi accettato o considerato nel gruppo; la paura dell'adolescente e del giovane di fronte alle strade che deve prendere; la paura dei giovani sposi per il loro futuro: il lavoro, il mutuo da pagare, un figlio da mettere al mondo; la paura di due genitori di non aver fatto abbastanza per aver tra-smesso i valori della vita ai propri figli; la paura della morte di chi abita da tempo in un letto di ospedale o di una casa di cura.

Il grande lavoro da fare nella cura e nell'accompagnamento delle persone è di aiutarle a vincere e superare le proprie paure, spesso ostacoli che incontrano nel cammino della propria vita, ma molte volte non insormontabili e comunque sempre occasioni da approcciare come momenti di crescita umana e interiore.

E' la riflessione provocata da Papa Francesco, nel mezzo della pandemia: “Ci siamo ritrovati impauriti e smarriti. Come i primi discepoli siamo stati presi da una tempesta inaspettata e furiosa. Ora siamo sulla stessa barca, fragili e disorientati, ma al tempo  stesso importanti e necessari, chiamati a remare insieme, bisognosi di confortarci a vicenda. «Perché avete paura? Non avete fede?». In questo mondo siamo andati avanti a gran velocità, sentendoci forti e capaci in tutto. Questo tempo di prova non è il tempo del giudizio di Dio, ma del nostro giudizio: di scegliere cosa conta e cosa passa, di separare ciò che è necessario da ciò che non lo è; di reimpostare la rotta della vita verso il Signore e verso gli altri. Non dobbiamo avere paura, ma la nostra fede è debole e siamo timorosi. E allora, insieme a Pietro, gettiamo in Dio ogni preoccupazione, perché lui ha cura di noi”.

A farci coraggio sono stati tanti compagni di viaggio esemplari, che nella paura hanno reagito donando la propria vita. È la vita dello Spirito capace di riscattare, valorizzare e mostrare come le nostre vite sono tessute e sostenute da persone comuni - di solito dimenticate - che non compaiono nei titoli dei giornali ma, senza dubbio, stanno scrivendo gli avveni-menti decisivi della nostra storia: medici, infermiere/i, addetti dei super-mercati, alle pulizie, badanti, trasportatori, forze dell’ordine, volontari, preti, religiose e tanti altri che hanno compreso che nessuno si salva da solo. 

Quanta gente esercita ogni giorno pazienza e infonde speranza, avendo cura di non seminare panico, ma corresponsabilità. Quanti padri, madri, nonni e nonne, insegnanti mostrano ai nostri bambini, con gesti piccoli e quotidiani, come affrontare e attraversare una crisi riadattando abitudini, alzando gli sguardi e stimolando la preghiera. 

Quante persone pregano, offrono e intercedono per il bene di tutti! La preghiera e il servizio silenzioso sono le nostre armi vincenti.